|
Uno snodo cruciale Siamo
giunti ad uno snodo cruciale della vita del mondo occidentale. La Casa Bianca
non ritiene più così rilevante un’Unione europea ed un accordo politico con
essa, al punto di giudicare obsoleta la Nato. Trump punta direttamente ad
un’intesa con la Russia che non trova precedenti negli ultimi cento anni di
storia, ovvero dal momento della rivoluzione. Contemporaneamente e per la
prima volta un consigliere del governo di Berlino, Roland Berger ha fatto
sapere in un’intervista a “il Corriere della Sera” che la Germania potrebbe
lasciare la moneta unica come l’Inghilterra ha lasciato la Ue. Dopo
l’incontro antiausterità fra il governo italiano ed il presidente francese,
il punto di vista tedesco è che la distanza con i paesi mediterranei è
incolmabile, per cui a questo punto ognuno prenda la sua strada. Ovviamente
non c’è una certezza ancora di questo scenario. La Cina potrebbe
rappresentare un ostacolo insormontabile ad un eventuale asse mondiale russo
americano, così come il presidente Hollande, per non parlare del premier
Gentiloni, potrebbero avere i giorni contati. Tutto può cambiare, ma i
segnali sono quelli di un cambiamento profondo prossimo a realizzarsi.
L’Italia sembra completamente impreparata alla bisogna. Il ministro
dell’Interno si reca in Libia a stipulare accordi quasi fossimo tornati al
sistema coloniale e questo mentre il ministro degli esteri partecipa a parate
propagandistiche filo palestinesi prive di qualunque senso politico. Il
ministro dell’Economia che ci è sempre parso l’esponente più all’altezza
delle situazioni, si dice stupito delle previsioni negative dello Fmi
sull’Italia ed esclude interventi correttive su una manovra sballata nei
conti di tre, 5 miliardi emmezzo. Padoan confida che tutto andrà a posto con
previsioni di crescita diverse e le privatizzazioni. Sulle previsioni di
crescita ci asteniamo, sulle privatizzazione però siamo certi, il governo non
le ha fatte quand’era forte, non le farà certo oggi che è un ectoplasma. Per
cui tutto può saltare per aria, senza bisogno di evocare la minaccia
dell’Isis e allora bisognerà rivolgersi a forza capaci di maggiori
consapevolezza delle cose del mondo e del paese per risalire la china. Queste
hanno fallito. Roma, 17
gennaio 2017 |
|